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martedì 8 giugno 2010

Essere luce


"Voi siete la luce del mondo…".
Questa parola del vangelo, che mi sento ripetere dentro ogni giorno, mi fa riflettere sul senso del nostro operare in seno alle comunità cristiane.
Soprattutto in questo periodo in cui si concentrano molte delle attività pastorali (prime comunioni, cresime…) e la stragrande maggioranza delle forze viene concentrata su queste attività a conclusione di un anno di impegni. Viene allora spontaneo chiederci come abbiamo operato, se abbiamo sperperato la grazia ricevuta, se il nostro agire ha portato frutti…
Guardandomi attorno, noto purtroppo un senso di stanchezza e di rassegnazione al pensiero che tanta fatica non ha prodotto risultati esaltanti.
È vero, le cerimonie sono riuscite bene, le famiglie sono state coinvolte al meglio, i catechisti hanno fatto egregiamente la loro parte… Ma io continuo a chiedermi se è sufficiente tutto questo, se il nostro essere testimoni della diaconia di Cristo ha lasciato trasparire almeno un barlume di speranza nelle persone che abbiamo incontrato… E ci chiediamo in coscienza: Siamo veramente "luce del mondo"?… Chi guarda noi, incontra l'Amore di Dio e si sente accolto da Lui, quasi preso per mano?
O ci sentiamo solamente degli impegnati di una chiesa, paragonata ad una "associazione benefica", che fa del bene, ma che vive chiusa nei suoi membri e che, pur dispensando tesori di grazia, dice ben poco a quelli che "stanno fuori", i quali, guardandoci, si allontanano sempre più da noi (vale a dire da coloro che hanno ricevuto un incarico esplicito ad essere "luce" per gli altri)?
La posta in gioco è alta e siamo sospinti dall'urgenza di arrivare al cuore di questa umanità assetata di divino che ci vive accanto.
Non posso accontentarmi di stare chiuso nel mio "recinto sacro" ed attendere… ma occorre che vada incontro alla gente, cercarla lì dove si trova, dove vive, dove soffre…
Questo lo può fare una persona singola, questo lo può fare una comunità unita, quale segno perenne del tenero amore del Padre.
Ed il mondo, perché si sarà sentito amato, continuerà a sperare…


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