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martedì 25 maggio 2010

Prima di tutto, cristiani


Ho riletto con molto interesse il discorso che il Papa ha pronunciato all'Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici il 21 maggio scorso, sul tema "Testimoni di Cristo nella comunità politica". Mi ha nuovamente confermato che effettivamente "la politica è un ambito molto importante dell'esercizio della carità", una diaconia in atto in tutti gli ambiti del vivere umano, "un impegno fondato non su ideologie o interessi di parte, ma sulla scelta di servire l'uomo e il bene comune, alla luce del Vangelo".
"Non rientra nella missione della Chiesa la formazione tecnica dei politici", occorre però che i cristiani, per esercitare questa "alta carità", siano "testimoni di Cristo e del Vangelo nella comunità civile e politica".
La comunità ecclesiale (come ho ripetuto molto spesso negli interventi di questo blog) è il luogo privilegiato per la formazione, la vita, la testimonianza di autentici cristiani: è nella comunità cristiana che si impara e si attua quel servizio di reciprocità e di dialogo verso l'umanità in cui siamo immersi, che è segno eloquente della diaconia di Cristo, venuto non per essere servito, ma per servire.
La diaconia è vocazione di tutta la chiesa, al servizio del mondo e per il mondo. Essa trova nella diaconia ordinata il segno sacramentale di Colui che ha dato la vita per tutti, in diaconi non chiusi nel recinto sacro, ma immersi fra la gente, quali animatori di quella relazionalità che rende viva la convivenza umana.
Nasce di conseguenza la convinzione che i cristiani che si impegnano in politica sono testimoni di questa diaconia di Cristo, diaconia primariamente vissuta nella comunità ecclesiale. Solo così essi potranno essere poi coerenti "con gli insegnamenti della Chiesa, condividendo ragioni ben fondate e grandi ideali nella dialettica democratica e nella ricerca di un largo consenso con tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita e della libertà, la custodia della verità e del bene della famiglia, la solidarietà con i bisognosi e la ricerca necessaria del bene comune".
Se per i cristiani è prioritario il servizio ad immagine di Cristo, questi "non cercano l'egemonia politica o culturale, ma, ovunque si impegnano, sono mossi dalla certezza che Cristo è la pietra angolare di ogni costruzione umana".
Saper dialogare è un'arte, come saper amare.
La comunità cristiana, composita nelle sue espressioni, è arricchita anche da associazioni e movimenti i cui membri sono "sostenuti dalla ricchezza carismatica, comunitaria, educativa e missionaria propria di queste realtà", "una buona scuola per questi discepoli e testimoni".
La concretizzazione poi di questa diaconia nell'ambito della politica è "mostrarsi aperti ad ogni vero dialogo e collaborazione, tenendo presente che la politica è anche una complessa arte di equilibrio tra ideali e interessi, ma senza mai dimenticare che il contributo dei cristiani è decisivo solo se l'intelligenza della fede diventa intelligenza della realtà, chiave di giudizio e di trasformazione. È necessaria una vera rivoluzione dell'amore".
Il lavoro è lungo e arduo, ma non impossibile.

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