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sabato 3 aprile 2010

La nostra speranza!

4 aprile 2010 – Pasqua di Risurrezione (C)

Parola da vivere

Cristo, mia speranza, è risorto, alleluia (Sequenza)



Siamo davanti a un mondo che brancola nel buio, senza speranza, in trepidante attesa di Qualcuno che dia una risposta ai nostri perché. Cerchiamo tutto questo però nelle tombe vuote. "Perché cercate fra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto" (Lc 24,5).
I messaggeri celesti, Maria Maddalena, - "Ho visto il Signore", - la chiesa in festa, annunciano a tutti la gioiosa notizia: "Cristo, nostra speranza, è risorto".
Si riaccende la speranza.
Chi può annunciare il Risorto? Quali i testimoni, oggi?
Solo chi l'ha incontrato davvero, solo - come dice Giovanni - chi "è passato dalla morte alla vita, perché ha amato i fratelli", solo chi, orientato verso la luce, fatto nuovo dal Risorto, fa tacere gli schiamazzi del portafoglio, sintonizzando il pensiero e il cuore sul registro della fede e non su quello del profitto.
Oggi il Risorto vuole sentirci parlare di vita, di pace, di perdono che è più creativo della vendetta, di amore che sconfigge l'odio, di luce che mette in crisi la congiura delle tenebre e - di conseguenza - vivere e testimoniare il Vincitore della morte.

Testimonianza di Parola vissuta


Un anno fa ho trascorso da studente alcuni mesi di Erasmus in Belgio. Là i cattolici sono una sparuta minoranza. Eppure quale gioia nell'entrare in chiesa la domenica e vedere volti felici, i sacerdoti con il sorriso durante la celebrazione e l'omelia, fiduciosi nella comunicazione fedele della Buona Novella, senza l'ossessione di risultati pubblici, né tanto meno con la preoccupazione di scontro etico con la modernità.
Vivevo un momento di crisi spirituale e quell'umanità contagiosa mi ha ridonato una profonda voglia di rientrare in ascolto della Parola di Dio. Ha contagiato parecchi altri studenti. Tornato in Italia non ho potuto che avvertire invece un diffuso clima di lesa maestà, quale reazione alla diffusa indifferenza nei confronti di Dio. Non si tralascia l'utilizzo di parole quali persecuzione, assedio, per indicare la non più scontata rilevanza ed esclusività della morale cattolica nell'arena pubblica.
A chi gli chiedeva come sconfiggere la violenza del male san Francesco rispose: "Perché aggredire le tenebre? Basta accendere una luce e le tenebre fuggono spaventate". Non è proprio questo lo scandalo della croce che Gesù ci chiede di seguire?

(lettera ai giornali di A. Cremonini di Roma)

(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola, come proposto in parrocchia)

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