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mercoledì 10 marzo 2010

Presenza che dà sapore


Questo passo di una sconcertante attualità, tratto dal libro dell'Esodo (20,22…), e che trascrivo, mi ricorda quanto importante sia, nella società odierna (anche italiana), la presenza dei discepoli di Gesù per dare sapore al nostro vivere quotidiano, pena l'essere "gettati via", come amminsce il vangelo.

«Così dice il Signore: «Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri nel paese d'Egitto.
Non maltratterai la vedova o l'orfano…
Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all'indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse.
Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai al tramonto del sole, perché è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo? …
Non spargerai false dicerie; non presterai mano al colpevole per essere testimone in favore di un'ingiustizia. Non seguirai la maggioranza per agire male e non deporrai in processo per deviare verso la maggioranza, per falsare la giustizia.
Non favorirai nemmeno il debole nel suo processo.
Quando incontrerai il bue del tuo nemico o il suo asino dispersi, glieli dovrai ricondurre. Quando vedrai l'asino del tuo nemico accasciarsi sotto il carico, non abbandonarlo a se stesso: mettiti con lui ad aiutarlo.
Non farai deviare il giudizio del povero, che si rivolge a te nel suo processo.
Ti terrai lontano da parola menzognera. Non far morire l'innocente e il giusto, perché io non assolvo il colpevole.
Non accetterai doni, perché il dono acceca chi ha gli occhi aperti e perverte anche le parole dei giusti.
Non opprimerai il forestiero: anche voi conoscete la vita del forestiero, perché siete stati forestieri nel paese d'Egitto».

Occorre impegnarsi a tessere un dialogo, un ascolto, che sappia vincere ogni chiusura ed orgoglio di parte, e ci insegni l'essenzialità dell'accoglienza reciproca.
La comunità cristiana (composita e molteplice nei sui elementi), per essere tale, deve presentarsi come il "luogo" e la "palestra" dove maggiormente si respira e si impara quest'arte che fa dell'umanità una sola famiglia.

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