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venerdì 4 settembre 2009

I poveri, predilezione di Dio

6 settembre 2009 – 23a domenica del Tempo ordinario (B)

Parola da vivere


Dio non ha forse scelto quelli che sono
poveri secondo il mondo?
(Gc 2,5)



Giacomo, l'autore della lettera, è attento a ribadire l'impegno nei confronti dei poveri. La fede è attiva quando si traduce nell'impegno per i poveri. La fede esclude ogni accezione di persone. Come Dio che non ha preferenze personali e non giudica secondo criteri umani. Dio anzi predilige coloro che sono poveri "agli occhi del mondo". Così la comunità cristiana non deve cedere alla logica del mondo favorendo i ricchi e i potenti. L'apostolo Giacomo propone a noi come modello di comportamento Dio. Quel Dio che noi conosciamo in Gesù. È la sua vita che diventa per noi criterio di discernimento per il nostro agire, la sua dignitosa austerità e semplicità nel ministero pubblico e la sua disponibilità di fronte ad ogni uomo. È Lui il nostro modello: "Egli pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo e diventando simile agli uomini" (Fil 2,6-7).
Allora il vero valore non è la condizione povera di per sé, né la lotta per venirne fuori, ma quel potenziale di amore che si può sviluppare nel viverla personalmente o quando si accosta chi è povero. Quando è l'amore a guidare il nostro comportamento nella relazione con gli altri, in particolare con chi è nell'indigenza, allora assomigliamo di più a Dio che guarda a noi come ai suoi figli, come a componenti la sua unica famiglia.


Testimonianza di Parola vissuta



Ci arriva una notizia: una coppia di bosniaci con due figli, fuggiti a causa della guerra, si trova al confine con l'Italia e aspetta che qualcuno li accolga perché possano rimanere. Ci offriamo di ospitarli nella nostra casa, anche se siamo già in cinque e l'ambiente è piccolo. L'arrivo di Susan e Mirko (lei ortodossa, lui cattolico) mette in moto la generosità di tanti, che dopo aver provveduto alle prime necessità, si mettono alla ricerca di una casa più adatta, cominciando a contattare parenti e amici.
La comunità mette a disposizione i locali per le attività parrocchiali. Manca il riscaldamento e l'arredamento. Ben presto arrivano i mobili e il denaro necessario per coprire le prime spese.
Le famiglie del posto coinvolgono tante persone Una mette a disposizione il telefono perché possano comunicare con i parenti rimasti in patria; altri nel tempo libero hanno sistemato gli ambienti e qualcuno ha cominciato a insegnare loro l'italiano. Un figlio ha bisogno di una visita specialistica; un medico si offre gratuitamente; e il cerchio si allarga coinvolgendo sempre nuove persone. L'amore fa superare anche le diversità di lingua, di cultura, di chiesa. Riusciamo perfino a trovare il lavoro per Mirko.
L'esperienza continua, allargando il cerchio della generosità. Ora loro stessi cominciano a mettere a disposizione di altri, quanto ricevono di non necessario.


(B.M., Italia)


(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola, esperienza in parrocchia)

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