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venerdì 26 giugno 2009

Abbandonati in Lui

28 giugno 2009 – 13a
domenica del Tempo ordinario (B)
Parola da vivere

Non temere; soltanto continua ad aver fede! (Mc 5,36)

Il tempo liturgico ordinario ci accompagnerà fino all'Avvento nel vivere quotidiano: gioie, lavoro, piccoli avvenimenti, imprevisti, limiti, forse la malattia o la morte alle volte improvvisa e tragica.
Nel Vangelo di oggi incontriamo un notabile ricco che sperimenta la sua impotenza davanti alla malattia della figlia adolescente. Un fulmine nella serenità di una famiglia felice, che ha avuto tutto dalla vita. Dio potrebbe ben aiutarlo, lo merita. Alla fine chiede solo un po' di salute.
La donna invece è agitata da sensi di colpa, l'emorragia la rende impura, vive ai margini, ha speso tutto con medici e imbroglioni. Tenta l'ultima carta, i poteri magici del mantello del profeta.
Con loro Gesù ci chiede di fare un passo decisivo dal Dio utile nel bisogno, potente quando noi non possiamo più niente, al Dio che ci vuole abbandonati in Lui al di là del niente e della morte che ci spaventa.
È la prova: per Giairo di affrontare la derisione della gente, del sentire comune ("ha tanto creduto in Dio, ora il suo Dio lo salvi!").
Per la donna è chiesto di passare dalla credulità religiosa nelle cose di Dio (il mantello), allo sguardo amoroso di Dio che ha davanti in Gesù, di Colui che la solleva, ridà dignità e senso al suo vivere inutile.
I due ricevono la vera salute che è la fede incrollabile davanti a qualsiasi ostacolo. Hanno trovato l'unico vero bene che non delude, che proprio con la morte rivela il cuore amoroso di Dio.


Testimonianza di Parola vissuta


Sargon, un ragazzo di Bagdad, da molto tempo soffriva di forti dolori allo stomaco che lo lasciavano spesso quasi immobile, provocati da un virus preso dall'acqua sporca. C'è da dire che dopo la guerra del Golfo per molti anni le tubature erano semidistrutte e l'acqua potabile privilegio di pochi, e la maggioranza della popolazione beveva acqua contaminata.
In quel periodo erano molto poche le medicine che si riuscivano a trovare in Iraq e Sargon aspettava da due mesi la sua, che doveva arrivare dall'estero e che finalmente lo avrebbe guarito. Quando la tanto attesa medicina arrivò, non era in sé dalla gioia e, senza aspettare un minuto in più, è corso a una clinica per farsi fare subito l'iniezione.
Mentre aspettava il suo turno sente una signora anziana, anche lei nella fila, che commentava a voce alta a una sua conoscente che pure lei aveva contratto da tempo lo stesso virus. Sargon si ricorda subito che in quell'anziana era presente Gesù stesso, che ora stava chiedendo a lui una nuova misura d'amore, e sente di rinunciare a quella medicina per offrirla generosamente. L'anziana non credeva ai suoi occhi e baciandolo in fronte lo benedice.
Sargon è tornato a casa contento di essere riuscito a rinunciare a se stesso per amore del prossimo, ma, oltre alla grande gioia scoppiata nel suo cuore, c'era la meraviglia e lo stupore nel constatare che da quel momento il virus era sparito, guarendolo completamente!
"Ho dato a Gesù quello che più mi costava in quel momento, e Lui mi ha ridato la salute", ha spiegato ai suoi genitori che, da quel momento, profondamente toccati dalla fede del loro figlio, hanno sentito la forte spinta di avvicinarsi di più a Dio.

(S.Y., Iraq)

(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola)

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