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lunedì 1 dicembre 2008

Vegliare con il cuore

Riporto un passo del commento di Claudio Arletti sulla Parola di ieri, prima domenica di Avvento (cf Vita Pastorale, n. 10/2008): "Mai smettere di attendere colui che squarcerà i cieli".
Forse non ce accorgiamo, ma il frastuono del mondo in cui siamo immersi ci fa perdere di vista il senso profondo della nostra esistenza ed appesantisce il cuore.

Vegliare con il cuore significa non dimenticare mai che viviamo la notte dell'assenza e dell'attesa.
Vegliare significa vivere con il cuore proteso. Chi vive ogni istante come un passo in più compiuto verso la fine dei tempi, è sempre con colui che attende. È già con Cristo. I nostri fratelli monaci da sempre esprimono con il loro vegliare notturno anche l'attesa di tutto il creato e del cosmo. Noi sentiamo che tutta la natura e la storia attendono. Attendono un compimento, una redenzione, una liberazione.
(…)
Mentre fuori il mondo dorme, il credente ritarda il proprio sonno anche solo di pochissimi minuti per consacrare al Signore quell'istante, quella frazione della notte. L'ultima preghiera della giornata, piccola veglia gravida di significati, risponde all'intuizione di orientare il riposo, chiudendo gli occhi ma non assopendo il cuore.


Il cuore non dome mai, sa cogliere ogni istante e lo offre come un inno alla vita ed alla luce. E chi ti incontra riprende a sorridere ed a sperare.

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