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sabato 13 settembre 2008

A Trieste cinque nuovi diaconi


A Trieste, che è la mia diocesi di origine, domenica 7 settembre sono stati ordinati cinque diaconi permanenti. Non ero presente, ma – come ho già detto – mi sono fatto sentire telefonicamente, perché desideravo in qualche maniera partecipare a questo evento così importante.

Raccolgo alcune notizie su di loro e sull'evento dal settimanale diocesano Vita Nuova: Ordinati cinque nuovi diaconi.

I nuovi ordinati sono:

Piero Pesce. È nato nel 1960. Vive a Muggia con la moglie Fiorella e le figlie Federica e Sofia e lavora in banca. È impegnato nell’Azione cattolica. Prima di intraprendere la strada del diaconato, ha avuto un lungo periodo di riflessione ed è stato aiutato dal diacono Paolo Longo. La sua scelta è stata discussa e condivisa in famiglia. Ma in sostanza - dice Piero - è lo Spirito Santo lo sponsor di questa scelta!
Pierluigi Paluzzano, nato a Trieste nel 1959, è sposato dal 1982 con Adriana e hanno una figlia, Samantha. Insieme alla moglie, tramite il Cammino Neocatecumenale, seguito nella parrocchia di Gretta (dove abitavano da giovani sposi), ha riscoperto la fede. Lavorava con una cooperativa di pulizie quando ricevette la proposta del parroco di San Giacomo di prendere il posto del sacrestano che andava in pensione. Piano piano è maturata in lui la decisione di percorrere la strada che porta al diaconato permanente e, d’accordo con la moglie e con la figlia, ha intrapreso questa strada.
Il cammino di Salvatore D’Angelo, invece, passa attraverso l’incontro con il “Rinnovamento Carismatico Gesù Risorto” avvenuto nel 1989 al Divino Amore a Roma. Ha 44 anni; è sposato con Gianna, hanno avuto tre figli maschi: Stefano, Lorenzo ed Emanuele. È impiegato presso la Provincia di Trieste e opera nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo. Ha sentito otto anni fa la chiamata al diaconato e ha risposto subito, senza rimandare al dopo-pensionamento, pensando che a Dio vanno offerte le primizie, non i frutti tardivi.
Vinicio Centi ha 58 anni, è sposato da 35 con Vera e ha 5 figli. Ha prestato servizio per 36 anni all’ospedale, ma prima ancora di andare in pensione ha avvertito la chiamata a farsi diacono permanente con il desiderio di poter esercitare un ministero di servizio in nome della Chiesa. Ci racconta che ha sentito la chiamata un giorno di 8 anni fa mentre aspettava di avere un colloquio con il suo padre spirituale.
Giorgio Tamplenizza ha 53 anni, è sposato da 28 anni, ha 4 figli, di professione è bancario. Vive nel rione di Chiarbola e presta servizio nella parrocchia di San Gerolamo. Tramite il Cammino neocatecumenale intrapreso a Gretta insieme a sua moglie ha potuto fare un’esperienza di fede. Quando sua mamma si è ammalata, ha pensato di poterle portare la Comunione. Diventato ministro straordinario della Comunione, da sua mamma agli altri ammalati della parrocchia il passo è stato breve.

Il vescovo nell’omelia - tenuta a braccio con un tono semplice e confidenziale come sempre in occasione delle ordinazioni - si è rivolto dapprima alle famiglie dei novelli diaconi, soprattutto alle mogli e ai figli, per dire il suo grazie e quello della Chiesa triestina per il dono che hanno saputo fare dei loro mariti e padri. Un dono non da poco… che richiede una generosità considerevole. Solo chi ha compreso fino in fondo il valore della vocazione matrimoniale può essere pronto ad un dono così grande senza temere di perdere nulla, acconsentendo alla vocazione del loro sposo e padre.
Potremmo essere tentati dal non comprendere fino in fondo l’originalità di questa vocazione, sminuendola. È una tentazione cui dobbiamo resistere per dare nelle nostre comunità e nel nostro presbiterio piena dignità a questa figura ministeriale che per molti può essere nuova. In effetti il diacono - tanto più se sposato - porta una notevole ricchezza nell’insieme del clero di una Chiesa locale, perché accanto alla propria vocazione ministeriale offre il prezioso tesoro della sua vocazione matrimoniale, paterna e lavorativa, a stretto contatto con il variegato e complesso panorama di questa nostra società, che pur considerata nella sua “fluidità” è e rimane il campo in cui Dio ci chiama oggi ad annunciare il Vangelo.

Interessante quanto dice don Franco Tanasco, che è il delegato vescovile, riguardo a questo cammino di 25 anni di diaconato nella chiesa di Trieste.

"L'ordinazione dei cinque diaconi di domenica 7 settembre si può considerare conclusiva dei primi 25 anni di storia del diaconato permanente nella nostra diocesi.
Dopo un biennio di seria riflessione a diversi livelli il vescovo mons. Lorenzo Bellomi ne ha approvato l’istituzione in data 15 gennaio 1984 secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II nella Costituzione “Lumen gentium” fatte proprie dalla Chiesa Italiana fin dal 1967.
I primi due diaconi permanenti sono stati ordinati nel 1987; in tutto, in questi primi 25 anni, gli uomini ordinati sono stati 13. A questi si uniranno i cinque (…) ordinati domenica. (…)
A distanza di 25 anni mi sembra di poter riconoscere che non ci sono state particolari difficoltà. Si è notato come i diaconi potevano inserirsi molto bene nei servizi pastorali, in particolare in compiti di relazione con il mondo secolare. (…)
Nella nostra diocesi, mentre viviamo con gioia e nella riconoscenza al Signore per il dono dei nuovi diaconi, è doveroso segnalare la nota negativa che il cammino di preparazione e di formazione per il momento si ferma".

L'articolo termina con una nota, che ritengo importante, relativa alla scarsa sensibilità riscontrata al problema vocazionale, problema che mette in rilievo le difficoltà nel cammino di maturazione delle nostre comunità ecclesiali. E mi chiedo: bisogna sì pregare per le vocazioni, ma anche e soprattutto perché le nostre comunità siano aperte ed attente al soffio dello Spirito e non si accontentino di quanto raggiunto, ma sappiano assaporare "il vino nuovo" che ci viene offerto.

"A mio parere - conclude don Franco - in questi anni, oltre alla testimonianza che i diaconi davano con la loro presenza e con il loro servizio, è venuta a mancare una precisa sensibilizzazione della comunità diocesana riguardo alla vocazione al ministero del diaconato.
Sappiamo che il Signore non fa mancare alla sua Chiesa le vocazioni necessarie. Ma sappiamo anche che chiama tutti almeno alla preghiera per le vocazioni, in particolare ai ministeri ordinati".


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