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domenica 22 giugno 2008

Ritiro (la moglie del diacono)


Abbiamo appena concluso una giornata di ritiro con la comunità del diaconato della diocesi di Velletri-Segni (RM). Il titolo dell'incontro: La moglie del diacono, argomento stimolante e di grande attualità.
Le relazioni sono state offerte da un diacono e da una moglie di un diacono.
Mi limiterò a riportare alcune impressioni che mi hanno maggiormente colpito.
Dalla relazione scritturistica, trattata dal diacono Pietro, emergeva la figura della moglie o della donna che accompagna o affianca colui che è investito di un ministero da parte di Dio, partendo da alcune figure dell'Antico Testamento, come Sara, a quelle del Nuovo Testamento, come le mogli-sorelle che erano al seguito degli apostoli (prerogativa dell'apostolo cfr. 1 Cor 9).
Caratteristiche essenziali della moglie cristiana al seguito dell'apostolo: essere una donna credente, chiamata non tanto in funzione del marito, ma in funzione del ministero del marito, coinvolta nell'opera missionaria dell'apostolo. Essa è sostegno, consiglio, stimolo; è solidale, per cui se viene colpito uno, viene colpito anche l'altro.
La cosa più interessante è che il frutto di questo ministero condiviso è una famiglia che accoglie, che sa ascoltare, che parla di Dio, che cura le necessità quotidiane, come nel caso di Aquila e Priscilla (Cfr. Atti 18).
Da sottolineare che caratteristica del "diritto" apostolico è l' "exousia", titolo attribuito al Risorto, alla libertà che deriva dalla condizione del Risolto; non condizionato dai limiti, ma che manifesta un ministero di libertà: ciò che è dell'apostolo è anche della moglie dell'apostolo. Ciò che si riferisce all'apostolo si può riferire anche al diacono.
Pensiamo ad una coppia così: è una grazia per la comunità ed una garanzia!

Della testimonianza di Angela (27 anni di diaconato e 37 di matrimonio), voglio sottolineare alcune punti: innanzitutto la convinzione, non solo teorica ma che porta con sé tutto lo spessore di una vita pienamente vissuta, che matrimonio e ministero diaconale non sono in opposizione, in conflitto: si rafforzano invece a vicenda.
Le caratteristiche di questa vita così impostata sono la "scelta" e il "dono". Già nel matrimonio è così; lo diventa maggiormente anche nel diaconato.
Si sceglie "insieme" di costruire una famiglia, si sceglie "insieme" di vivere il diaconato, liberamente. Questa libertà comporta responsabilità, che si manifesta nella fedeltà.
Tutto questo crea ricchezza dell'uno e dell'altra, accresce la solidarietà, rafforza la solidità, che è un costruire sulla roccia, dove non si soccombe di fronte alle inevitabili difficoltà.
L'altra caratteristica, il dono.
Il diaconato è un lungo cammino in cui ci sono molte rose e molte spine. Però, il dono ha valore per il costo che ha!
Il dono porta alla gratuità: nelle rinunce, il dono risplende maggiormente.
Il sacramento è un dono: nel matrimonio è la gratuità per il bene dell'altro; nel diaconato: ci si dona reciprocamente ed insieme ci si dona alla Chiesa.
La moglie può essere anche attiva nelle attività pastorali, ma lei è già attiva nella Chiesa nel dono che fa del marito, nella gratuità, senza cercare riconoscimenti. Questo è già segno visibile. Lo stesso stare in chiesa, alla messa, uno all'altare e l'altra tra i fedeli, è segno visibile di questo dono, gioioso e gratuito. È un dono continuo, che si esprime nella solidarietà reciproca non solo in ambito familiare, ma per il ministero diaconale esercitato dal marito.





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