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lunedì 9 giugno 2008

Dimorare in Dio


"Chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui" (1 Gv 4,16).
"Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi" (1 Gv 4,12).
"Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui" (1 Gv 3,24).
"Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato" (1 Gv 3,23).

Dimorare in Dio è il compimento di ogni esistenza umana, la nostra realizzazione completa. Se siamo nell'amore, questo "dimorare" non è un fatto isolato, una esperienza singola, ma si compie in comunione. È il disegno di Dio: fare dell'umanità una sola famiglia.
In questa direzione si pone l'augurio che sant'Ignazio di Antiochia rivolge ai Romani nella sua lettera: "A quanti sono uniti tra loro come lo sono il corpo e l'anima, fusi nell'obbedienza ad ogni comando di Dio, ripieni della sua grazia, compatti fra loro e alieni da ogni contaminazione estranea, a tutti auguro santamente ogni bene in Gesù Cristo nostro Dio".

Nella comunità ecclesiale il diacono è segno e strumento di comunione. A questo proposito mi ritorna alla mente quanto si richiede ai diaconi: "Di particolare importanza per i diaconi, chiamati ad essere uomini di comunione e di servizio, è la capacità di relazione con gli altri. Ciò esige che essi siano affabili, ospitali, sinceri nelle parole e nel cuore, prudenti e discreti, generosi e disponibili al servizio, capaci di offrire personalmente, e di suscitare in tutti, rapporti schietti e fraterni, pronti a comprendere, perdonare e consolare. Un candidato che fosse eccessivamente chiuso in se stesso, scontroso e incapace di stabilire relazioni significative e serene con gli altri, dovrebbe fare una profonda conversione prima di poter avviarsi decisamente sulla strada del servizio ministeriale" (Norme fondamentali per la formazione dei diaconi permanenti, nr. 67).

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