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venerdì 16 maggio 2008

Nella luce della Trinità

18 maggio 2008 – Santissima Trinità (A)

Parola da vivere

La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi (2Cor 13,13)


Il segno della croce con l'evocazione della santissima Trinità ormai è presente dai primi anni dell'esistenza all'ultimo respiro dei morenti. Lo facciamo sulla mensa quotidiana, nei momenti di ansia o di tensione, è abusato nelle competizioni sportive e nei campi da gioco, fino a diventare un gesto magico o propiziatorio.
Anche la Liturgia della Chiesa lo pone all'inizio di ogni rito, con le parole di saluto dei primi cristiani: la grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con voi... Può diventare anche un gesto meccanico, senza anima, una semplice abitudine.
In realtà è più che un rito, più che una preghiera. È la sintesi della nostra storia, la continua scoperta di essere in Dio e di crescere e muoversi in Lui in una partecipazione piena alla Sua vita.
Il nostro incontro con Gesù, attraverso la sua Parola, ci ha fatto scoprire una parentela profonda tra noi e Lui, quando siamo nell'amore. Da dentro sentiamo circolare come un sangue nuovo che ci avvolge come in un circolo di meravigliosa armonia con noi stessi, con le realtà che ci circondano, con il passato; nel presente non ci sentiamo più soli, orfani: sboccia sulle nostre labbra la più bella espressione che sia mai stata pronunciata, la più bella preghiera che solo può nascere da un Figlio, uno come noi e quindi fratello, che ci fa provare la dolcezza di essere cullati nell'essenza di Dio: PADRE NOSTRO.


Testimonianza di Parola vissuta

Quando sono nata la mia mamma mi ha abbandonato. Ero sola perché il mio papà non mi voleva ed ha deciso di affidarmi alla nonna, pur continuando a vivere nella nostra stessa casa. Nella mia testa si è così creata una grande confusione. L'ambiente a casa non è dei migliori. Vivono con noi infatti anche due zie che però conducono una vita sregolata. La nonna, che io chiamo mamma, ha sempre sofferto moltissimo per questa situazione anche perché, pur dandosi tanto da fare, non è mai riuscita a trovare una soluzione.
Quando ho incontrato Dio e l'ho scoperto presente, con il suo amore, nella mia vita, mi si è spalancato un altro mondo, diverso da quello nel quale vivevo. Ho capito il significato dell'amore, il valore della purezza. Buttarmi ad amare, amare, amare, mi ha aiutata a rimanere fedele alla mia nuova vita.
Un giorno ho iniziato a provare vergogna per la situazione della mia famiglia e volevo fuggire. Grazie all'aiuto dei nuovi amici che avevo conosciuto, ho capito che non dovevo rifiutare quel dolore, ma tornare a casa e ricominciare ad amare. Ancora adesso, a volte, mi è difficile accettare questa situazione, ma la cosa più importante è che Dio mi ama immensamente. Questo mi dà una incredibile libertà e la forza di andare avanti e di ricominciare ad amare ogni giorno.

(Danielle, Brasile)

(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola)

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