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mercoledì 16 aprile 2008

Rocco racconta (amare oltre la giustizia)

Continuo nel racconto delle esperienze che l'amico Rocco mi comunica, l'ispettore della polizia municipale e il diacono.

"Piangere con chi piange...", mentre a livello istituzionale il cuore mi si stringeva perché insieme con altri colleghi dovevo provvedere ad uno sgombero da una casa abitata abusivamente, dall'altro pregavo la Madonna perché questa famiglia potesse trovare un ricovero idoneo. Sì, il mio lavoro e in cambio l'amore ai poveri! L'uno e l'altro un insieme dell'unico diacono Rocco.
Un mio collega ha esclamato: «Sei stato determinante, perché il colloquio improvvisato che tu hai avuto con quella persona ha ridato la calma a tutta la mattinata di lavoro. Entrare di forza in un appartamento è stato spiacevole per tutti e tutti avremmo voluto scappare, ma è il nostro lavoro. Meno male che poi c'è Rocco che provvede a far ritornare la calma. E come? Con la forza dell'amore che è ancora più grande di tutto quello che prima si era consumato. Sì, perché il suo amore per la gente è tale che le situazioni SI CAPOVOLGONO! Infatti, appena ho visto che nel nostro gruppo c’era lui, ho capito che oggi sarebbe stato diverso da altri giorni. E dire che il termometro era alto: una famiglia dentro casa chiusa con i lucchetti e un'ordinanza emessa dal Sindaco che si doveva eseguire. Come dire: da una parte la carità, dall'altra la giustizia».

A parlare così è un mio collega che alla fine prende un lungo sospiro di sollievo da come sono andate le cose: con il trionfo della carità. Racconto di miserie. Perché qui a Gela si continua a vivere tra bisogni: un povero da sloggiare in cambio di un altro povero che ha vinto la graduatoria delle case popolari. Storie di umana miseria, che se non capitassero in questa drammatica situazione non converrebbe neppure raccontare, tante sono le storie, infatti.
Ma ad ogni giorno il proprio dolore e oggi raccontiamo per la gloria di Dio quella di oggi.

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