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sabato 8 marzo 2008

Ho incontrato un povero

Alla porta della chiesa ci sono sempre due “stranieri”, un uomo ed una donna che si alternano nel chiedere l’elemosina, per cui incontro o l’uno o l’altra.
Le prime volte, soprattutto infastidito dalla loro insistenza, cercavo di “passare oltre”… poi sono “rientrato in me stesso” e mi sono detto: “Non hai sempre predicato agli altri che bisogna vedere Gesù nel prossimo che ti passa accanto? Ed ora tu cosa fai?...”. Mi sono sentito interiormente “impedito” dal ricevere l’Eucaristia.
… “Solo per quei pochi spiccioli che dai, chiudi il tuo cuore a Dio? Non pensi piuttosto allo spreco che sovente è sulla tua tavola? Dai a Dio-Togli a Dio!”.
Con cuore rinnovato un giorno (e così ogni volta che mi capita) ho cercato di guardare in faccia quegli “stranieri”, ho anche lasciato qualcosa in elemosina; soprattutto sono stato ad ascoltarli senza fretta, ad accogliere quello che mi volevano dire, della loro famiglia, dei figli…
Ora anche quando ci incontriamo per strada, ci salutiamo e ci parliamo. Ogni volta cerco di lasciare qualcosa (che è ben poca cosa!); ma a me rimane sempre la gioia d’aver amato, d’aver incontrato Gesù… perché quando Lo incontri il “cuore è pieno”! Passo così dall’esperienza di aver amato uno solo a quella di aver abbracciato i molti… perché il cuore mi si è dilatato.
È la quotidiana ginnastica del cuore, ché se per disgrazia ho la sventura di fermarmi un attimo, tutto si ferma e tutto diventa più complicato.
Diversamente, tutto è bello, anche se piccolo e precario, perché tutto è Lui: basta un Suo sguardo e mi ha donato tutto Se stesso.

2 commenti:

  1. Ho vissuto spesso in parrocchia esperienze simili a quelle riportate nella testimonianza di Gigi. Anch'io, dopo i momenti di fastidio e di fretta, rientrando in me stesso, mi dicevo: 'chi sono io per pesare le vere intenzioni di queste persone, di questi 'stranieri'? se quello che do, verrà speso male, se queste persone, a sentire i commenti di tanti, sono degli imbroglioni e bisogna rifiutare sempre e comunque per difendersi dai loro raggiri, ho pensato che il mio 'compito' è quello di 'dare a chi ti chiede'. Al resto penserà il 'Padre nostro che vede nel segreto'. Poi, qualche volta, ho cominciato ad abbassare la guardia: se queste persone si avvicinavano, eludevo, le indirizzavo ai 'responsabili' della Parrocchia, sapendo che 'loro' sapevano essere più duri di me. Scaricavo su alti la mia responsabilità. A poco a poco queste persone non si sono fatte più vedere, dopo essere state duramente diffidate. Be': la parrocchia è più povera, senza la loro presenza 'molesta'. I gradini della chiesa sono più puliti e liberi, ma sono vuoti, di un vuoto che grida al cielo. E anch'io ho dato una spinta a creare quel vuoto. Qualche volta accade che il Signore passa una volta sola e se perdiamo 'quella' volta, le prediamo tutte...
    diacono Paolo

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  2. Grazie, Paolo, della tua testimonianza. Mi sono rivisto tante volte... Mi rimane sempre vero ed attuale il monito di Gesù: “I poveri li avrete sempre con voi, mentre me non avrete sempre”. Che è come dire: “Se mi volete avere, mi incontrate dove mi faccio trovare”. È una continua conversione personale e comunitaria. Alcune domeniche fa fuori della porta della chiesa, oltre al solito “ospite”, c’era anche una donna con un bambino piccolo. Alcuni parrocchiani erano (anche giustamente) indignati per lo “sfruttamento” di quel bambino. Hanno parlato un po’ con quella madre… Alla fine si sono rivolti anche a me per vedere il da farsi, intenzionati a chiamare anche i carabinieri.
    Mi è venuto istintivo ricordarci che questo è sì un problema reale, ma la “coscienza” della comunità, quella più sensibile, come accoglie queste situazioni, queste pavertà?
    E poi, detto fra noi: che avrebbe fatto quella madre (e qualsiasi altra madre): lasciato forse il bambino solo per venire a chiedere l’elemosina?
    Caro, Paolo, buona domenica! Oggi è la domenica della vita: “Tuo fratello risorgerà!”, sembra ripetere Gesù anche oggi a me, a noi.
    Ciao! Gigi

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